Buon giorno, sono
di nuovo qui a tediarvi con la mia terrificante presenza e con i miei post
sopra le righe, almeno così mi scrivete, o meglio se mi scriveste questo li
vedreste pubblicati invece mi costringete a cassarli, a dire la verità non sono
poi così tanti, ma a quanto mi è parso di capire il mio post sui dati di
vendita non ha fatto scandalo per i numeri veri e propri, che sono veri ed
incontestabili infatti nessuno si è adombrato, ma per il breve trafiletto su
Andrea Pazienza che a quanto pare ha smosso un po’ le acque, bene sono qui a
chiarire come la penso su questo individuo che qualcuno continua a definire “Artista”.
Non avrei mai
pensato di dover dedicare un post ad una persona che disprezzavo quand’era vivo
e non ho cambiato idea ora che è morto, da un pezzo a dire il vero, ma l’apparizione
in edicola di una serie di volumi a lui dedicati e fortunatamente dai più
snobbati mi ha spinto a scrivere un trafiletto all’interno di un articolo che
ha sollevato qualche granello di polvere, non un polverone io non sono nessuno
ma qualche piccolo granellino si, e forse è finito nell’occhio di qualcuno
provocando fastidio e questo qualcuno ha cominciato a sbraitare; chiariamo un
concetto: questo blog è mio scrivo quello che voglio e siccome nonostante un
governo dispotico ed arrogante in questa Nazione c’è ancora una parvenza di
Democrazia, non mi taglio la lingua e dico quello che penso e se qualche volta
suono fuori dal coro è perché ho il coraggio delle mie azioni, faccio parte di
quella maggioranza silenziosa che qualche volta smette di esserlo; se non vi
sta bene quello che scrivo non leggetemi e se non mi piace quello che mi
scrivete vi ignoro semplicemente, chiaro per tutti? Io non sono qui per farmi
un nome, non ne ho bisogno, sono qui a scrivere per sentirmi libero di dire
quello che voglio perché sui siti allineati non te lo permettono, se canti
fuori dal coro sei fuori, ma se il coro non mi piace perché devo farmi imporre
la loro musica? Quanti detestano Pazienza ma non osano dirlo perché altrimenti
vengono additati? Ai miei tempi succedeva il contrario, ed era sbagliato così
com’è sbagliato additare oggi, quando si è in Democrazia conta solo il
rispetto ed oggi non lo vedo, ed allora sono qui…
Pazienza era un pessimo disegnatore le sue cosiddette opere avevano le caratteristiche tipiche di una mente disturbata, dalle droghe com’è noto, e questo suo vizio si rifletteva in ciò che rappresentava i suoi disegni avevano un che di surreale ma senza la delicatezza di quelli di Alcatena, erano spigolosi e volgari, come le figure umane che rappresentava, con ogni probabilità aveva un odio viscerale per l’essere umano e tendeva a distruggerlo con i suoi disegni come poi in effetti ha fatto con se stesso, le sue opere ti colpivano come un pugno in faccia e per un esteta del fumetto ben disegnato come mi vanto di essere mi davano un senso di repulsione a prima vista, li trovavo e li trovo orribili non ho mai capito il senso di quello che proponeva, ricordo che mi ci mettevo con Santa “Pazienza” ma alla fine si restava interdetti di fronte a certe oscenità, parlandone con i miei coetanei di allora c’era un totale sdegno per quelli come lui che venivano percepiti come una sorta di neo Impressionisti della Nona Arte, il che non è necessariamente un insulto, ma con molta meno classe e soprattutto molto meno talento, e su questo non potevo non essere d’accordo: dov’era il talento di Pazienza? L’ho cercato spesso in quelle tavole che sprizzavano rabbia da ogni tratto di china, ma non sono mai riuscito a trovarlo e neppure i grandi editori evidentemente lo hanno mai trovato visto che per pubblicare lavorava per riviste d’elite o d’essai ed a parte un volume dell’89 passato dalla Rizzoli per il resto bisogna cercare col lanternino, cosa c’è di male nel dire che non piaceva? Non piaceva e non piace, io preferisco il tratto pulito di Manara e quello rotondo e definito di Serpieri, questi due autori non cercano lo shock ma si limitano a disegnare curando alla follia i particolari senza mai dimenticare geometrie e classe, si perchè per disegnare bene e piacere ci vuole anche classe, e Pazienza non ne aveva, si limitava ad esprimere la sua rabbia e la sua frustrazione, verso chi è tutto da capire, ed il disegno carico e pieno come nessuno esplodeva dal foglio come una bomba ed alla fine ne eri sopraffatto, nel senso peggiore, e finivi per chiederti che tipo di malattia mentale avesse uno che disegnava quella roba, questo si pensava di lui ma oggi non si può più dire, oggi bisogna celebrarlo, ma vorrei ricordare a tutti che questo signore non era solo un pessimo artista ma anche una pessima persona, ha condotto una vita dissoluta, non ha mai avuto un carattere sufficientemente forte per trasformare il suo dono, perché disegnare è un dono, in una forma d’arte, ha preferito rifugiarsi nelle droghe estraniarsi dalla realtà distruggere se stesso e coloro che gli volevano bene, ha preferito l’abisso al possibile Paradiso, l’ho incontrato alcune volte alle mostre e non sono mai andato oltre una stretta di mano impersonale e frettolosa verso una persona che non mi trasmetteva niente, non ti guardava mai dritto negl'occhi e quando coglievi uno sguardo fugace vedevi solo il vuoto, non c'era nulla da cercare in una persona priva di personalità ben delineata, assolutamente nulla in confronto all’emozione che provai quando strinsi quella di Juan Zanotto, un vero grande artista un sublime disegnatore che ha davvero assurto il fumetto a vera opera d’arte, una perdita incolmabile la sua, al contrario di quella di Pazienza che non ha lasciato vuoti tranne in quelli che pretendono con la forza ma senza argomenti che tutti lo celebrino…non mettetemi nella lista io non sarò mai tra loro, che riposi in pace
Che la Forza sia
con voi
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